Max Gazzè, La matematica dei rami: la recensione dell’undicesimo album in studio del cantautore romano, dopo l’avventura a Sanremo 2021 con Il farmacista.
Prendi sette amici e musicisti di talento. Mettili insieme, guidati da uno di loro, un carismatico visionario come Max Gazzè. Il risultato non può che essere degno d’essere ascoltato. La matematica dei rami segna un grande ritorno per il cantautore romano. Non trascendentale, né rivoluzionario, ma solido e nostalgico, nella sua maturità accettata e accettabile.
Max Gazzè, La matematica dei rami: la recensione
La Magical Mystery Band aveva accompagnato Max già sul palco dell’Ariston quest’anno, estasiando i pochi presenti con l’esibizione psichedelica di Del mondo dei CSI nella serata delle cover. E su disco i sette non hanno dimostrato meno smalto.
Il vero segreto di La matematica dei rami sta infatti proprio nell’affiatamento mostrato da sette artisti di grande classe. Ad affiancare Gazzè troviamo Daniele Silvestri, Fabio Rondanini, Gabriele Lazzarotti, Duilio Galioto, Daniele Fiaschi e Daniele Tortora. E il loro contributo è non solo importante, ma fondamentale.
In tutto ciò, l’undicesimo album in studio da solista resta però fermamente improntato su uno stile consueto per Gazzè. Un cantautorato molto ritmato e dotato di un pizzico di follia, capace di trasportare l’ascoltatore in un mondo decisamente personale. Lo si era ben intuito con Il farmacista (che si conferma pezzo interessante anche in studio), ma è evidente soprattutto in tanti altri passaggi del disco, da Considerando a Le casalinghe di Shanghai, passando per la più oscura L’animale guida alla ficcante Autonalisi.
Un momento particolarmente rappresentativo arriva alla terza traccia. Un’altra adolescenza sembra spiegare il senso di un’operazione che ha il sapore del vintage, o comunque del nostalgico, sintetizzando come il crescere significhi in fin dei conti solo entrare in una nuova adolescenza. Le cose cambiano, è vero, ma non le sensazioni e le emozioni che tutti viviamo, giovani e meno giovani. Un brano pop alla maniera tipica di Gazzè, che entra in contrasto netto con la seguente Del mondo, proprio la cover che avevamo già ascoltato a Sanremo. La poetica di Ferretti è piuttosto distante da quella di Gazzè, ma la reinterpretazione del cantautore romano, ben supportato dalla band, restituisce freschezza al pezzo, senza snaturarlo.
Il punto più alto del disco è però affidato alla chiusura, con Figlia, brano che dà anche il titolo all’album. Canzone di cui Gazzè in varie interviste ha sottolineato la “consistenza emotiva“, ricco di significato nel testo ma anche nella composizione. Forse uno dei momenti migliori in assoluto nella carriera di Max, a dimostrazione di come maturare, anche quando l’animo tende alla nostalgia, non vuol dire per forza invecchiare, e tantomeno invecchiare male.
La tracklist di La matematica dei rami
1 – Considerando
2 – Il vero amore
3 – Un’altra adolescenza
4 – Del mondo
5 – Le casalinghe di Shanghai
6 – Il farmacista
7 – L’animale guida
8 – Attraverso
9 – Autoanalisi
10 – Figlia
Top: Figlia
Voto: 8+
Di seguito l’audio di Figlia: